Falò – Note Dolenti

Sul sito della RSI (https://www.rsi.ch/la1/programmi/informazione/falo/Note-dolenti-14656377.html) potete accedere alla versione completa del il mio ultimo documentario, andato in onda il 23 settembre a Falò, che tratta il tema della violenza tra i giovani. Ringrazio specialmente la criminologa Prof. Dr. Sandrine Haymoz per il suo contributo e gli elementi chiarificatori che hanno permesso di dare spessore a tutta la tematica. Grazie inoltre al magistrato dei minorenni l’Avv. Reto Medici e al Capitano della Polizia cantonale Marco Mombelli per essere stati presenti in studio.

La proposta di Falò di indagare sul comportamento violento di alcuni giovani mi ha permesso di affrontare il tema utilizzando due piste che si sono rivelate entrambe stimolanti e ricche. Innanzitutto, ho messo in avanti la mia sensibilità di madre di tre teenagers, che come migliaia di altri crescono nel mondo digitale senza quella cognizione di causa, che permetta di percepire le insostenibili tensioni, pressioni e violenze alle quali vengono esposti.

Dall’altro lato, nella mia veste di autrice e promotrice di contenuti e progetti per i giovani, ho voluto addentrarmi nella loro rabbia e nelle loro emozioni più forti. Questi presupposti sono stati lo spunto per incontrarmi e confrontarmi dapprima con loro – i giovani-, ma anche con le figure adulte, genitori e professionisti, che quotidianamente per scelta o per senso del dovere trascorrono del tempo con loro. L’analisi di cinque eventi violenti ha poi disegnato il mio percorso attraverso il territorio e “il breve trattato sui picchiatori della Svizzera italiana negli anni ottanta” di Manuela Mazzi, mi ha permesso di dotarmi di un senno di poi, utile per non perdere la speranza e relativizzare anche gli episodi più crudi.

Nostalgica dell’immagine di quei giovani pre-pandemici che invadendo le nostre piazze i venerdì inneggiavano slogan per la protezione del pianeta, mi ha fatto piacere riscoprirli disponibili nel sostenere la mia ricerca. Portabandiera della generazione Z – descritta come serena e disponibile -, pur restando spesso in un oculato anonimato, i giovani ai quali mi sono rivolta, mi hanno prestato le loro voci, i loro pensieri e i loro corpi affinché potessi spingermi fino a inscenare alcuni eventi nell’intento di restituire una traccia, un fil rouge del loro tormento. Un lavoro che si è avvalso anche della collaborazione dei colleghi della stampa scritta che saluto e ringrazio come saluto e metto in evidenza la presenza di un numero elevato di professioniste, donne attive in prima linea nel proporre un’alternativa ai comportamenti violenti.